LA CASA SULL’ALBERO – BIANCA PITZORNO
- Felicita&Chiara
- 12 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 ott 2020

“Lasciare tutto e andarsene a vivere sugli alberi” quante volte abbiamo pensato, più o meno seriamente, qualcosa del genere? Aglaia e Bianca, le protagoniste di questo romanzo, l’hanno fatto davvero. Stanche della vita in città si sono trasferite in un posto segreto, dove né amici né parenti possono trovarle, per vivere su un albero che hanno adibito a propria casa.
L’albero più che un luogo letterario, è un personaggio a tutti gli effetti, con i suoi rami che tendono infinitamente verso l’alto, tanto che non si sa fin dove arrivi, e gli innumerevoli innesti creati da Bianca che danno frutti in ogni stagione e le foglie capaci di muoversi per venire incontro alle esigenze delle due ragazze. Oltre Bianca e Aglaia, la magica quercia è abitata da numerosi altri personaggi, umani e animali, che coabitano come in un bizzarro condominio che diventa sempre più affollato nel corso della storia.
Bianca e Aglaia sono due personaggi fuori dal comune, la prima è “una persona grande”, l’altra una bambina e decidono di vivere insieme come due amiche o due coinquiline, tra loro c’è affetto e complicità ma ciascuna è indipendente, tanto che la loro stessa casa può essere modificata a seconda che vogliano stare insieme o da sole ma che, man mano, si scoprono sempre più famiglia, in grado di prendersi cura di tutti gli abitanti dell’albero.
Bianca e Aglaia sono autentiche e schiette, lontane dall’ideale piatto e uniformante del politicamente corretto a tutti i costi, loro litigano, si azzuffano con l’irascibile vicino di casa, affidano dei neonati ad una cagna perché non vogliono perdere tempo a prendersene cura, rapiscono un idraulico per poter avere l’acqua corrente sull’albero e rischiano perfino di segare in due una nonna. Insomma, non sono esattamente due signorine per bene, ma è proprio la loro irruenza e spontaneità a rendere comiche e paradossali le situazioni più sconvenienti e a rivelare il senso di assoluta libertà e autodeterminazione che anima le due protagoniste e che le orienta ad una giustizia primigenia, equa nel suo spirito naïf.
Mentre Aglaia rappresenta la spensieratezza e l’impulsività selvaggia tipiche della fanciullezza, il mondo degli adulti è idealmente diviso in due gruppi: da una parte Bianca, in perfetta sintonia con la sua parte infantile e capace di vedere il mondo con gli occhi di un bambino, dall’altra Beccaris Brullo, incattivito, insofferente e vendicativo, sempre sulla difensiva. Sono due mondi che non possono non scontrarsi e che cercano di prevalere l’uno sull’altro ma che, stranamente, riescono talvolta a trovare il modo di dialogare.
È un libro che si legge tutto d’un fiato, divertente e sorprendente, con una trama imprevedibile e personaggi stravaganti, capaci di far volare la fantasia e inventare giochi fantastici. Dopotutto, quale bambino non ha mai sognato una casa su un albero?
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